Ci risiamo dopo mesi di allenamenti e una stressantissima
settimana di vigilia nella quale sono diventato un esperto di cose vaticane come
tutti i podisti iscritti che hanno tremato per giorni all’idea dell’intronazione
(ma che cappero di parola è poi intronazione!) del papa che ci avrebbe costretto
a correre di pomeriggio su un percorso pessimo; beh insomma ora ci siamo.
Vado all’eur a prendere il pettorale e l’atmosfera è
bellissima due file di persone: quelli che vanno verso il palazzo dei congressi
(in borghese ma con le scarpe da running a piedi) e quelli che tornano dotati di
zainetto verde e blu.
La distribuzione dei pettorali e pacco gara è rapida e
efficiente, si fa’ un rapido giro nell’expo ma senza tanto interesse.
Prima di andare a cena facciamo un sopralluogo alla
partenza/arrivo e sul luogo dove il mio team di supporto mi darà un gatorade e
una banana. Ho scelto via del corso 35esimo km è forse un po’ troppo avanti nel
percorso ma loro non potranno muoversi liberamente domani.
La sera sono nervosetto, fa un gran freddo domani metto nello
zaino un po’ di tutto poi vediamo come vestirsi.
La notte è stata un po’ travagliata ma è sempre così non mi
stupisco, vado a fare colazione e trovo altri due maratoneti un italiano e un
francese, scattano immediate le chiacchere, mentre addento rosette con miele
come se piovesse.
Torno in camera e compio tutti i soliti gesti, vasellina su
piedi e capezzoli, calzini sistemati 20 volte ecc. ecc.
Esco e comincia l’emozione, le strade sono semivuote solo
strani tipi muniti di zainetto verde e blu che convergono verso un punto, ci
guardiamo ci sorridiamo, ci salutiamo. Vedo uno straniero un po’ incerto su dove
andare, dall’altra parte della strada e gli faccio cenno “andiamo di là” basta
il gesto lui sorride e mi saluta e ci avviamo in silenzio.
Arrivo al Colosseo come tanti rivoli ci raduniamo e formiamo
un fiume verso i camion del deposito borse. Chiamo Antonello il mio compagno di
corsa che correrà la maratona per la prima volta e ci troviamo sotto un arco
gonfiabile che è sponsorizzato dal fastum gel chissà perché?!
Il dilemma è scegliere come vestirsi perché non è freddo come
il giorno prima, ma opto comunque per la manica lunga.
Ci avviamo intorno al Colosseo, in realtà ci sono solo tre
gabbie e noi siamo nell’ultima. Durante il percorso tortuoso per arrivare nella
gabbia ci regalano delle “manine” di plastica che fanno un buffo rumore, ne
stanno distribuendo migliaia anche a quelli della Roma Fun e quindi questo buffo
suono si sta diffondendo tutto intorno al Colosseo.
Siamo abbastanza indietro nella gabbia ma non c’è verso di
andare avanti, siamo già pigiati. Quindi aspettiamo. Poco prima delle nove e
mezza cominciamo a muoverci, quindi rapido spogliarello dalle felpe varie con
annesso lancio o passaggio al vicino per il lancio e camminando percorriamo la
curva che ci separa da via dei Fori imperiali dove c’è la partenza e finalmente
sale l’emozione (finora ero stato veramente troppo tranquillo!). Poco più di due
minuti dopo lo sparo passiamo sotto il via cominciando a correre, ovvia si
và!
Siamo un fiume in via dei Fori imperiali, si va piano si gira
intorno alla macchina da scrivere (il Vittoriano per quelli pignoli) e veniamo
accolti dalla banda dei Bersaglieri, ma stanno solo suonando non
corrono!
Passiamo accanto al circo massimo ancora il ritmo è troppo
lento ma non mi preoccupo. Dopo poco passiamo la stazione della ferrovia Roma
Ostia e chissà perché mi rimane impressa poi finalmente un lungo rettilineo la
calca si allenta e cominciamo a correre al ritmo che mi ero prefissato (5,30 min
al km) ma siamo già al 4° km.
Dopo poco attraversiamo il Tevere e percorriamo il lungotevere
guardando verso il vecchio gasometro e della Ex Centrale Montecatini. Avendo
come compagno di corsa un altro architetto non possiamo che notare la bellezza
di un edificio di archeologia industriale. Mi piace questo percorso che fa’
vedere una Roma nascosta.
Mi ricordo di avere ancora in mano le “manine” di plastica e
le regalo ad un bambino piccolo sulle spalle del babbo, almeno loro sono scesi
in strada a vederci passare, non c’è quasi nessuno a fare il tifo.
Ri-attraversiamo il Tevere e siamo a Testaccio fra i vecchi
macelli e il nuovo mercato, Antonello mi racconta che la sera prima a cenato lì
… che è abbiamo già fame?
Riprendiamo il Lungotevere dal lato del centro della città e a
parte la pisciatina di rito che ci rallenta un po’ il ritmo è ottimo, il tempo
bello e anche il percorso, senza macchine sul Lungotevere non sembra nemmeno di
essere a Roma. Abbiamo anche il tempo di notare un edificio storico fatiscente
(sta proprio cadendo a pezzi!) sul Lungotevere, ma come è possibile?
Ridendo e scherzando passiamo vicino al Vaticano, ma
sull’altra sponda del fiume, e siamo già oltre il 15esimo km.
Facciamo un po’ di giri in zona Cavour sempre sfiorando il
vaticano, a un certo punto una signora impellicciata attraversa la strada e mi
si blocca davanti, cerco di scansarla ma poi allungo le mani e le dò una spinta,
quella riesce anche a dire “ma che modi” non la mando nemmeno a quel paese ma ci
pensa il povero vigile urbano che era li vicino. All’improvviso dietro una curva
eccoti arrivare la mezza. Ci siamo arrivati in due ore sul cronometro ufficiale
quindi stiamo tenendo il passo delle quattro ore. In realtà i palloncini rosa
delle 4 ore sono più avanti di noi, fino ad un certo punto li abbiamo visti ma
poi ci sono un po’ sfuggiti. Sento che sarà dura chiuderla sotto le quattro ore
ma penso ancora di farcela dopo tutto abbiamo già pisciato! Io ben due volte fra
un po’ sembro un cagnolino che si ferma ad ogni palo!
Al rifornimento del 25esimo (in realtà siamo dopo il 26 mi
sembra) non voglio fermarmi semmai prendo solo un po’ di sali al volo, rallento
perché Antonello si è fermato ma lui mi fà “vai vai Lapo poi ti riprendo” so’
già che non sarà così e ho il dubbio se fermarmi o no, ma credo che sia meglio
che ora lui vada al ritmo che si sente, c’è tanta strada da fare ancora e se si
sforza troppo per starmi dietro rischia di pagarla alla fine.
Prendo un buon ritmo regolare, siamo di nuovo sul Lungotevere
fino all’Acqua acetosa dove noto una buffissima stazione. A parte un
simpaticissino vecchino che ci incita con romanissimo “eh daje! Ché voi mollà!
Daje forza!” poco pubblico, niente musica e dopo una curva pure una bella
salita! Quasi al 29esimo km, Oh bucaioli! Qui la cosa si fa dura! E come se non
bastasse dal alcuni km e cominciato a spirare un vento forte e ghiaccio! Non lo
senti dappertutto ma quando meno te l’aspetti ecco arriva la folata, fai più
fatica e hai freddo.
Si torna verso il centro, comincio a sentire la fatica, quella
vera. La sosta al ristoro dopo il 31esimo km è un po’ più lunga, bevo mangio due
pezzi di banana. Ancora qualche km e ho l’appuntamento con mio figlio e la mia
compagna e questo m’infonde un po’ di spirito.
Azz. mi comincia a venire il dubbio di non farcela sotto le
4!
Una bimba con la mamma offre datteri, è così carina e io così
distrutto che anche se generalmente non mi piacciono ne chiappo uno e lo caccio
in bocca, chissà che non faccia il miracolo di rimettermi in moto le
gambe.
Giro l’angolo di via del Corso ma non li vedo, forse si sono
messi un po’ più avanti gli avevo detto 35esimo. Eccoli! Giò ha la banana in una
mano e il Gatorade nell’altra, mi sbraccio, mi vedono e stavolta riescono anche
a farmi la foto! Li saluto e prendo il Gatorade lo stomaco è chiuso dalla fatica
e dal freddo che è sempre più pungente, accidenti a sto ventaccio! Niente
banana.
Infiliamo in centro, passiamo da piazza di Spagna ma c’è
sempre poco pubblico a incitare, solo due indomabili signore inglesi che ho già
visto altre tre volte e un gruppo di spagnoli che anche loro ci stanno seguendo
da un po’ e si sgolano per incitare ognuno di noi. A Madrid correre la maratona
fra due ali di folla festante era proprio un’altra cosa! L’italiano medio lo
sport lo guarda dalla poltrona non c’è niente da fare!
Stradine sempre più strette in salita e discesa e pure
lastricate di sampietrini sconnessi, sta diventando un calvario! Poco dopo il
39esimo la Fontana di trevi ma devo dire che oramai sono depresso. Le quattro
ore sono andate, dovrei farcela comunque a migliorare il mio
personale.
Si risbuca in piazza Venezia, il vento è così forte che per
reggere un arco gonfiabile oltre ai blocchetti di cemento ci legano due persone
a tirare. A sorpresa mi sento chiamare, sono Bibi e Giò che si agita “babbo
babbo la banana!”
Altare della patria, discesa ma poi SALITA e pure ripida!
Un’americana accanto a meno si lascia andare in un “Oh my good nooo!” e io
condivido pienamente. Dopo la salita di nuovo il Circo massimo, le gambe non
riescono più ad alzarsi, il passo è stascicato, penso “solo fra poco finisce”.
Svolta a sinistra, 41esimo vorrei accelerare ma le gambe non sono affatto
d’accordo con me, per girare intorno al Colosseo c’è un’altra salitina così
tanto per gradire, poi si gira a destra e quando vedono il traguardo forse prese
dalla disperazione, anche le gambe riescono a produrre una piccola
accelerazione! Ci sono dei legionari che ci aspettano al traguardo, credo sia
un’allucinazione ma è vero! Ancora una volta mi scompare il fiato ma non è per
la corsa, è per l’emozione. E’ finita! 4h 07’ 07” almeno il personale è fatto!
Coperta termica, medaglia, sorrisi di volontari stupendi che hanno dovuto
lottare tutto il giorno con romani inferociti e maleducati. Incontro la mia
compagna di allenamenti per le maratone, siamo tutti e due distrutti ma felici,
inebetiti. Rimango così per ore come drogato dalla Maratona. Il giorno dopo
sento Antonello che mi dice: “Non pensavo si soffrisse tanto! Ma quando ci
riproviamo ad andare sotto le 4?” Anche lui è stato catturato dal meraviglioso
mal di maratona.
Io credo che se la maratona fosse 30km sarebbe molto più
divertente, ma la maratona non è divertente è emozione!
Alla prossima … Maratona # 7 Berlino 2013.
Lapo
Nessun commento:
Posta un commento