Dopo averci portato per le strade di Madrid il nostro socio Lapo Bernardini ci porta a Parigi........
Racconto di uno dei
32980.
Venerdì
Vado a ritirare il pettorale,
tutto e molto ben organizzato, niente file mi danno il pettorale dicendomi "bon canche Lapò!. Arrivato a casa
guardo il pettorale e noto che sotto il numero c'è scritto grandicello solo il mio nome di battesimo che in francese
naturalmente suona "Lapò".
Arrivo alla maratona dopo una
settimana di vacanza, sono molto rilassato, ho fatto dei piccoli allenamenti
con percorsi favolosi lungo la Senna o nei giardini del Louvre ho provato
l'abbigliamento tutto ok.
Domenica mattina
Sono riuscito a dormire
abbastanza. Mi sveglio alle 6 e faccio una bella colazione a suon di baguette e
miele. Stranamente non sono molto emozionato. La prima sorpresa è la metro alle
7 di domenica mattina è solo piena di maratoneti che arrivano da ogni parte del
mondo, ci sorridiamo ci salutiamo siamo già una sorta di comunità. Via via che
passano le fermate la metro si riempie, c'è chi sta seduto pesieroso, chi
sorride e attacca discorso, chi già muove nervosamente le gambe."Charles
de Gaulle – E'toile" è la fermata dell'arco di trionfo, scendiamo e siamo
già un fiume di persone, che come un ruscello sotterraneo esce dalle gallerie
della metro e comincio a domandarmi "ma quanti siamo?". Ancora organizzazione
perfetta, nessun piagia pigia, un percorso obbligato fino a lasciare lo zaino.
Ultimi preparativi, fa freddo,
metto la felpa vecchia e la busta di plastica, è nuvolo ma non piove. Lascio lo
zaino e vado verso l'arco di trionfo; le gallerie della metro seguitano a vomitare
persone. In un attmosfera di festa e di attesa palpabile vecco bloccato due
volte per fotografare degli altri maratoneti davanti all'arco di trionfo, poi
mi affaccio sugli Champs Elysees e vedo che nelle gabbie c'è già una folla
immensa. Non devo camminare molto dato che sono nell'ultima gabbia.
Entro nella mia gabbia, è presto,
siamo ancora pochi. Per ogni gabbia c'è una specie di palchetto con due
"corridori/animatori" che fanno esercizi di riscaldamento. Sul nostro
palchetto ci sono un uomo e una donna, trovo l'idea un po' da villaggio
vacanze, ma la cosa divertente è che noto che il sedere dell'uomo è sicuramente
più tornito e invitante di quello della donna! Volgo lo sguardo verso gli
Champs Elysees e noto che i palchetti sono tanti e l'arco della partenza è
molto lontano. Gli Champs Elysees per
chi non li ha visti sono un vialone sterminato e largo circa il triplo del più
largo viale di Firenze. Beh piano piano questo sterminato fiume si riempie di
persone fino all'inverosimile. Accanto a me due simpatici 65/70 enni dagli
Stati Uniti che corrono un paio di maratone l'anno in Europa; una signora
brasiliana, due ragazze coreane, uno spagnolo e un messicano. Azz. Ma quì
veramente c'è gente di ogni razza, colore, ceto, religione ecc.
Guardo l'orologio e in teoria fra
cinque minuti dovremmo partire, ma tutti continuiamo a chiaccherare mescolando
le lingue del mondo con grande libertà (tranne il coreano almeno per quello che
mi riguarda!).
All'improvviso "trois, deux,
un ... go!" PARTENZA! Ma noi siamo fermissimi! Il fiume di corpi comicia a
passare sotto i due archi della partenza, laggiù (ci sarà almeno un km!) mi
rendo conto che sono un'infinità e noi siamo ancora quassù fermi a
chiaccherare.
All'inzio sono un po' nervoso,
sento un po' freddo e mi scappa la pipì, ma poi mi rilasso. La partenza è piena
di cessi e vespasiani e ancora prima di partire noi c'è molto tempo! Tutto il
tempo per ridere e scherzare insieme agli altri corridori mentre facciamo la
fila per pisciare; un francese simpatico mi dice "il problema ora è
trovarlo!" (se pensate al freddo ecc capite di cosa parlo!).
Beh per farla breve, gli
organizzatori tolgono le gabbie e dietro ad un nastro ci fanno lentamente
avvicinare alla partenza.
Sono passati 42 minuti dal via ma
finalmente ci liberano e correndo possiamo passare sotto l'arco della partenza!
Finora abbiamo scherzato anche per smorzare la tensione ma ora finalemente si
corre!
Andiamo giù per gli Champs Elysees la folla è fitta ma non c'è nessun
pigia pigia posso correre al mio ritmo. Anzi vado più forte! So benissimo che
non dovrei farlo, ma corro sono felice e sto bene; e quindi me ne fotto! Dopo
Place della Concorde comincia Rue de Rivoli il pubblico sui marciapiedi non è
tantissimo, ma subito dopo il Louvre comincia a diventare una cornice compatta.
A sinistra vedo un'autoscala dei pompieri con la scala allungata sopra la folla
dei corridori con due pompieri sopra che applaudono e incitano i corridori.
Penso carina l'idea simpatici questi pompieri. Ma dopo qualche incrocio ecco
ancora pompieri! Allora sono distribuiti lungo il percorso per aiutare al
chiudere il traffico! Ma la cosa bella è che stanno tutti lì in fila davanti ai
loro camion a urlare e incitare ogni singolo corridore. E infatti quando passo
vicino ad un loro gruppo sento partire un "alé Lapò!". E sul momento
non realizzo. Poi mi ricordo del nome sul pettorale e sorrido e saluto.
Comincio ad avvicinarmi al 5°km
dove ho un appuntamento volante con il mio team di supporto (mio figlio e la
mia compagna). Io li vedo subito, alzo il braccio loro mi vedono un po'
all'ultimo momento. La mia preoccupazione è avvertirli che sono in ritardo di
mezz'ora rispetto ai tempi che gli avevo dato per il secondo incontro: come uno
scemo ripeto "mezzora dopo! Capito! Sono in ritardo di mezz'ora!".
Corro sempre sotto il ritmo
stabilito e rue de Rivoli è infinita, ma ora si vede la colonna di piazza della
Bastiglia. Nella piazza la folla del pubblico si stringe, si avvicina e arriva
il secondo "alé Lapò". Sto bene ma di nuovo mi scappa la pipì! Che
palle! Penso "Fra un po' c'è un parco la faccio lì!" Non mi riesce
fermarmi a farla dove capita come fanno altri.
In rue De Reully lungo la strada
c'è un mercato e mi viene da pensare che questa città oltre che bella è viva, e
forse quelli del mercato non ci amano in questo momento.
Dopo il 10° km entriamo
finalmente nel parco di Vincennes! E improvvisamente è tutta una corsa ma fuori
dal percorso a fare la pipì coperti da un'albero o da una siepe!
Il parco è bellissimo e pieno di
musica: bande; tamburi un po' di tutto dopo un po' anche un complesso di corni
da caccia in costume! Poi anche il castello che sembra proprio quello delle
favole e per finire in un prato ci sono delle pecore!? Ma che ci avevano messo
nell'acqua e nel pezzettino di banana di Guadalupe e della Martinica che ho
preso al ristoro.
Prima di uscire dal parco c'è
ancora tempo per dei procuttori di Champagne che in costume ti offrono un
flute! Usciamo dal parco e quasi subito siamo alla mezza. C'è di nuovo tanto
pubblico e gli "alé Lapò"si ripetono come gli "alé Julie" ,
"Bernard" ma ad ognuno rispondo con un cenno o un sorriso, è bello
conoscere i nomi dei miei vicini di corsa. Ritorniamo verso la Bastiglia c'è
vento freddo il pubblico è tutto intirizzito ma noi stiamo benissimo. Ora siamo
lungo la Senna a sinistra si vede Notre Damme, mi sto avvicinando al secondo
"rendez vou", c'è una piccola discesa il fiume umano scende su una
strada che sta al livello del fiume è come se i due fiumi si fondessero. Non
riesco a vedere mio figlio fino all'ultimo ma lui è lì pronto con una bottiglia
di Gatorade in mano. Bravo Giò è andata bene anche questa!
Proseguiamo lungo la senna sto
bene, niente dolori muscolari, piedi ok, spesso ci sono bande o tamburi
organizzati ma anche gente autorganizzata con un'amplificatore che urla e
incita.
Stiamo percorrendo Voie Georges
Pompidou che è uno stradone a più corsie, peccato che sia al livello più basso
della strada normale e talvolta in galleria quindi non vediamo molto. Questo è
forse il pezzo più noiso della maratona in una galleria piuttosto lunga fa
anche un gran caldo.
La Tour Eiffel quasi non la
vediamo ma con mia grande sorpresa vedo che siamo al 30° km, mangio e bevo come
o fatto ogni 10km e vado avanti. Comincio a sentire un po' di stanchezza ma mi
rendo conto che se continuo così sono sotto le quattro ore e mezza (che era il
mio obiettivo) e anche di un bel po'! "Non ti gasare Lapo, vedrai che al
35° arriva la botta!" Mi dico.
Dopo un paio di km siamo dentro
al Bois de Boulogne, so che all'arrivo non manca molto ma so anche che quì
saremo più soli e comincio a sentire la stanchezza, ma sono ancora allegro e
guradando l'orologio vedo che il ritmo è calato di poco. Comincio il conto
all'arrovescia dei km.
Siamo dopo il 35°, comincio a
vedere gente che cammmina, che soffre, che sbanda, crampi a gogo!
Davanti ad un uomo chiaramente in
crisi si è messa a correre una signora tenendo in mano la medaglia gialla che
ci avrebbero dato al traguardo come l'asino con la carota!
Io fatico ma sto bene, stomaco ok
dolori muscolari nella norma, forse un'accenno di tensione al polpaccio
sinistro, "meglio non forzare tanto anche così le quattro ore e mezza le
spappolo!"
Dopo il 39° c'è un gruppo di
Bordeaux in costume che offre bicchierini di vino e c'è anche chi se li
beve! L'emeozione e l'entusiasmo salgono
ma a differenza di Madrid dove vedevi l'arrivo da 2km prima quì siamo nel parco
e ormai siamo oltre 41 km ma del traguardo nessuna traccia. Anzi il Garmin mi
dice che ho già fatto più di 42 km! che abbia sbagliato strada?
Usciamo dal parco, una svolta a
sinistra, una destra e ECCOCI solo una fila di cronometri e due file di
fotografi. Allungo il passo non riesco più a respirare, c'è un tipo che va
contromano l'altoparlante dice "siete sulla linea" e ci siamo per
davvero, quasi a sorpresa mi dimentico di fermare il cronometro ma so che ho
fatto centro. Lo fermo e guardo 4h 21' 20" che bello!
E' proprio vero ogni maratona fa
storia a se, a Firenze avevo sofferto e non mi ero divertito, quì non mi è
nemmeno sembrato di aver corso 42 km. Sono felice come un bambino prendo la mia
maglietta e un poncho blu e mi rendo conto che effettivamente fa freddo. Piano
piano arrivo alla tanto agognata medaglia.
L'equipe il giorno dopo ha
pubblicato uno speciale con i nomi di tutti e i 32.980 Vincitori questo è lo
sport che amo!
Lapo